La storia: la cassa di risparmio

Nell’ambito del movimento che ha dato origine a molte casse di risparmio del nostro paese, la Cassa di Risparmio di Pisa è istituita il 15 giugno 1834 con Sovrano Rescritto del Gran Duca di Toscana, per iniziativa di 127 privati cittadini, i quali si associano per sottoscrivere il capitale ed una donazione individuale.

La nascita della Cassa fu dunque, come si evince dal suo primo “Manifesto”, espressione di uno spirito filantropico che si realizzava attraverso la tutela del risparmio inteso in senso educativo e previdenziale. Tale missione, come oggi la chiameremmo, si è modificata nel corso degli anni, seguendo l’evoluzione della società ed adattandosi ai suoi nuovi bisogni.
Nel 1870 la Cassa di Risparmio incorpora il Monte Pio di Pisa, trasformandolo nell’attuale attività di credito su pegno; nel 1877 essa diviene “Istituto di previdenza e di credito di fondazione privata” avente scopo di beneficenza, con un ampliamento operativo che segna il passaggio alla piena attività bancaria, che nel 1904 viene ulteriormente ampliata per seguire l’evoluzione dei bisogni del territorio e adeguarsi allo sviluppo economico in atto.
Le modifiche statutarie degli anni successivi sono orientate a garantire l’evoluzione operativa in linea con il contesto normativo ed ambientale e portano la Cassa, in virtù dell’espansione della propria rete territoriale, dell’ammodernamento delle strutture e del collegamento con il territorio, a divenire sempre più un punto di riferimento dell’economia locale.
Dall’apertura della prima filiale a Lari nel 1907, alle altre nei piccoli centri rurali e industriali lungo la direttrice dell’Arno tra gli anni Venti e Quaranta, l’attività della Cassa rimane concentrata fino agli anni Sessanta nella parte nord occidentale della provincia di Pisa, estendendo la propria zona operativa a Santa Croce sull’Arno solo successivamente.
Le filiali di Firenze, Livorno e Lucca sorgono in tempi recenti, in seguito alla liberalizzazione dell’attività bancaria.

Nel 1983 il patrimonio della Cassa viene suddiviso in un Fondo Istituzionale ed un Fondo di Risparmio Partecipativo che viene offerto sul mercato. Il capitale della Cassa si apre così agli investitori privati, consentendo nel 1986 la raccolta di capitale di rischio attraverso l’emissione di quote di risparmio partecipativo, sottoscritte, per la maggior parte, da risparmiatori locali molto spesso clienti della Cassa medesima.
Con il 1990 ha inizio il processo di riforma delle cosiddette banche pubbliche. L’attività di pubblica utilità viene separata da quella bancaria vera e propria: nasce l’Ente Cassa, cioè l’Ente Conferitario di Azienda Bancaria, che detiene il controllo della società per azioni in cui viene contestualmente trasferita l’attività bancaria.
Gli Enti/Fondazioni delle Casse di Risparmio di Pisa, Firenze, Livorno, Lucca, Pistoia e San Miniato e la Banca del Monte di Lucca fondano la Holding Casse Toscane, nel quale conferiscono il controllo delle banche, delle quali detengono le azioni. Nel 1996, le Casse di Pisa, Lucca, Livorno e la Banca del Monte di Lucca escono dalla Holding Casse Toscane formando la Holding Casse del Tirreno.
Nel 1999, in ottemperanza al D. Lgs. n.153/99, l’Ente Cassa di Pisa, insieme agli altri Enti azionisti della Holding, ha ceduto le proprie partecipazioni al Gruppo Banca Popolare di Lodi, oggi Banco Popolare.
Nel giugno del 2006 le Casse di Pisa e Livorno si sono fuse nella Cassa di Lucca, dando origine alla Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno.

Per maggiori informazioni sulla storia della Cassa di Risparmio di Pisa dalla sua fondazione ad oggi, si rimanda all’intervento del Prof. Tommaso Fanfani in occasione del convegno organizzato nel giugno 1999 sul tema “Il nuovo regime delle fondazioni bancarie: quadro normativo e profili gestionali”, gentilmente concesso.

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