Train the Brain

Luglio 14, 2016

Si è tenuta questa mattina alle ore 11.30 la conferenza stampa indetta dalla Fondazione Pisa e dal CNR per illustrare l’iniziativa assunta dalla Fondazione di donare all’Area della Ricerca del CNR di Pisa una struttura destinata in via esclusiva allo svolgimento di attività di ricerca scientifica nell’ambito delle neuroscienze, in prosecuzione e sviluppo dei risultati raggiunti dal progetto di ricerca denominato Train the Brain già cofinanziato dalla Fondazione.

Da un’intuizione scientifica del Prof. Lamberto Maffei, nel 2007 prese infatti avvio il progetto di ricerca nell’ambito delle neuroscienze denominato ‘Train the Brain’.La ricerca, che ha visto il coinvolgimento degli Istituti di Neuroscienze e di Fisiologia Clinica dell’Area della Ricerca del CNR di Pisa, intendeva verificare la possibilità di rallentare la progressione della demenza senile, ormai dichiarata emergenza mondiale, sia a causa dell’assenza di trattamenti farmacologici in grado di bloccare la malattia, sia per l’aumento esponenziale della popolazione anziana. Il progetto, attraverso un approccio non farmacologico, ha quindi sviluppato un percorso combinato di esercizi fisici e di training cognitivi. I ricercatori, in particolare, hanno sottoposto al ciclo di trattamenti una coorte di soggetti, statisticamente significativa, con deficit cognitivo, predittivo di un potenziale sviluppo dell’Alzheimer o di demenza vascolare.Il progetto, che si è concluso nel mese di dicembre 2014, ha avuto un costo complessivo pari ad oltre 5 milioni di euro, di cui 4 resi disponibili dalla Fondazione Pisa.La Fondazione, per agevolare l’esecuzione della ricerca in ambiente ottimale, ha altresì reso disponibile una speciale struttura prefabbricata, realizzata a propria cura ed onere, fornita dei presidi tecnici e dei supporti terapeutici necessari allo scopo.Terminata la ricerca di cui al progetto cofinanziato dalla Fondazione, il CNR – tenuto conto degli importanti risultati conseguiti – ha manifestato l’intenzione di proseguire le attività scientifiche nel medesimo ambito.La Fondazione Pisa, condividendo ed apprezzando l’iniziativa prospettata dal CNR, e convalidata dal Prof. Maffei, ha deliberato di donare alla locale Area della Ricerca la citata struttura prefabbricata, di oltre 300 mq e corredata di specifiche apparecchiature scientifiche.Il valore economico della struttura e delle apparecchiature donate è pari a circa 500 mila euro e l’atto donativo prevede un vincolo di destinazione della stessa ad attività di ricerca in ambito neuroscienze con particolare finalizzazione alla prosecuzione dell’originario progetto ideato a suo tempo dal Prof Maffei.La struttura, quindi, potrà adesso essere impiegata in via prevalente e continuativa dal CNR per la prosecuzione, a cura ed onere dello stesso CNR, delle attività di ricerca, in ragione dei positivi risultati raggiunti dal richiamato progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione.“I risultati ottenuti – dice il prof. Maffei – hanno prodotto evidenze sperimentali definitive sull’effetto benefico del cosiddetto arricchimento ambientale sul cervello e hanno permesso di progettare il ponte traslazionale del progetto verso la clinica. La ricerca ha infatti mostrato che il cervello dell’anziano sano, ma anche quello nelle fasi iniziali di malattia, mantiene una certa plasticità e alcune capacità di recupero e riadattamento. Questo rimodellamento può essere facilitato da un esercizio fisico regolare, dal tenere la mente attiva, dal mantenere rapporti sociali”. Tali risultati sono stati pubblicati e sono in pubblicazione su prestigiose riviste scientifiche specializzate e sono stati presentati in occasione di importati convegni scientifici, divenendo uno standard internazionale nel trattamento della demenza senile.Inoltre, ampliando la scala di osservazione di tali risultati oltre l’ambito strettamente scientifico, essi aprono la prospettiva per la definizione di nuovi protocolli di intervento, di natura socio assistenziale e preventiva, che si collocano in uno stadio precedente a quello sanitario, che anzi tendono, se non ad evitare, quantomeno a ritardare il più a lungo possibile prevenendo l’insorgenza della patologia in questione.