Riscoprire la Cappella di Sant’Agata. Conclusi i lavori di restauro

Gennaio 31, 2022

Si è concluso il restauro della cappella di Sant’Agata, situata nella zona absidale della chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, a Pisa. Di proprietà comunale, versava da anni in grave stato di degrado. L’importo dei lavori ammonta a 348mila euro, di cui il 75% sostenuti con il contributo della Fondazione Pisa e il restante con risorse proprie comunali.

La cappella medievale è immersa in un contesto storico ricco di emergenze monumentali di grande rilievo. Il monumento si trova in un piccolo giardino di forma quadrangolare, delimitato a ovest dall’abside della chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, a sud e ad est da due complessi residenziali e a sud dalla via di San Paolo. Uno spazio, quello che circonda la cappella, che appare fortemente mutato dalla distruzione e successiva ricostruzione dovuta ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Le mappe storiche evidenziano come la cappella fosse perimetrata dal chiostro del monastero Vallombrosiano su tutti i lati dell’attuale giardino. Gli eventi bellici del 1943 hanno compromesso in modo irrimediabile gran parte degli edifici del perimetro, compreso il campanile di San Paolo a Ripa d’Arno. La data di costruzione e l’autore della cappella non sono certi. Non esiste, infatti, nessuna iscrizione che riveli l’anno di edificazione. La tradizione locale vuole tuttavia che la chiesa sia stata fatta edificare nella seconda metà dell’XI secolo dai canonici di San Paolo al ritorno dalla presa di Palermo (1063) dalla quale fu importato il culto di Sant’Agata.

I lavori di restauro della Cappella di Sant’ Agata sono stati presentanti in una conferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente della Fondazione Pisa, Stefano Del Corso, il sindaco di Pisa Michele Conti, l’assessore ai lavori pubblici Raffaele Latrofa e Roberto Pasqualetti, architetto del Comune di Pisa e direttore dei lavori.
Il progetto di restauro della cappella è stato preceduto da una approfondita indagine conoscitiva curata dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di Firenze. Oltre a opere di consolidamento e conservazione, il restauro si è esteso fino a una profonda riqualificazione dell’area tesa alla valorizzazione di questa parte della città. Per preservare il monumento è stata anche realizzata una recinzione metallica di protezione sul perimetro del lato nord ed est del lotto. Sono stati realizzati lavori sulle superfici interne ed esterne alla cappella, sugli infissi alle trifore con la sostituzione delle grate metalliche con lastre di polimetilmetacrilato. I lavori hanno consentito di far riaffiorare anche alcuni frammenti di affreschi.
La Fondazione Pisa ha accolto con sollecitudine nel 2020 la richiesta di sostegno, giunta dall’amministrazione comunale, per il recupero della Cappella di Sant’Agata, riscontrando l’immediata esecutività del progetto di intervento presentato, che prevedeva il restauro completo delle parti murarie della copertura e delle pareti esterne, nonché degli infissi e del pavimento interno – commenta il Presidente della Fondazione Pisa, Stefano Del Corso – Un intervento complesso e necessario che si aggiunge a quelli per la Chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno per i quali la Fondazione Pisa si è impegnata da lungo tempo e che nel loro insieme contribuiscono al recupero di un’area tra le più belle a Pisa. L’intervento sulla Cappella di Sant’Agata, un bene di grande importanza storica, edificata probabilmente intorno al 1063, va appunto inserito nel conteso del più ampio intervento di riqualificazione della zona circostante, cofinanziato dalla Fondazione, già realizzato con il restauro strutturale ed architettonico della Chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno e la parziale riqualificazione della piazza antistante la Chiesa.
Ci teniamo a sottolineare l’importanza anche dell’intervento sull’area verde esterna alla Cappella Sant’Agata, che è ora dotata di idonea illuminazione per lo svolgimento di manifestazioni a carattere culturale. L’area è anche stata recintata. Una scelta indispensabile per preservare il bene, una volta tornato al suo splendore”.